Regione: Friuli-Venezia Giulia
Altitudine: 84 m s.l.m.
Superficie: 41,1 km²
Abitanti: 35.868 (07-2010)
Nome abitanti: goriziani
Santo patrono: Santi Ilario e Taziano
Giorno festivo: 16 marzo
A Gorizia si respira l’atmosfera sospesa tipica di una città di confine: nella piazza Transalpina, fino al 2004 fisicamente divisa da un muro, si passeggia con un piede in Italia e uno in Slovenia. Gorizia è il punto di incontro di due mondi, quello latino e quello slavo, con le loro culture e tradizioni diverse, ma accomunate dallo stesso bellissimo territorio fatto di dolci colline di vigneti. Gorizia infatti fa parte del Collio, una delle zone vinicole DOC del Friuli.
I primi segni di insediamento risalgono al I secolo a.C., ma il nome di Gorizia viene nominato per la prima volta nel 1001. La città raggiunge la massima espansione tra il XIII e il XIV secolo, quando la sua contea arrivava fino a Padova e Treviso, nella regione occidentale della Slovenia e nei primi territori dell'Austria.
Verso la metà del 1400 Gorizia passa sotto l'impero della Serenissima e vi rimane solo fino al 1500, quando per eredità passa a Massimiliano I d'Asburgo. Da quel momento la città di Gorizia rimane sotto il dominio asburgico fino al 1918, entrando a far parte del Litorale Austriaco.
Durante la Prima Guerra Mondiale, Gorizia è conquistata dalle truppe italiane nel 1918 e tutta la contea viene trasformata in provincia. Durante il ventennio fascista la città viene risanata e dotata di nuove strade e di un'area industriale. Fin dalla metà degli anni venti il regime fascista aveva iniziato ad applicare anche a Gorizia, come nel resto della Venezia Giulia, la politica di snazionalizzazione delle minoranze slave presenti sul territorio.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, subito dopo la resa italiana dell'8 settembre 1943, il Goriziano fu teatro di un'eroica resistenza all'invasione nazista che dalla città capoluogo prese nome. Al termine del conflitto, con il trattato di pace, il comune dovette cedere i tre quinti circa del proprio territorio alla Jugoslavia con il 15% della popolazione residente. Il centro storico e la massima parte dell'area urbana della città restarono però in territorio italiano.
Gorizia fu paragonata a Berlino, poiché era tagliata in due come la capitale tedesca da un muro con torri di guardia armate di mitragliatrici. Ora in piazza, dove una volta passava il muro, rimane un mosaico e una piastra commemorativa. Con l'entrata della Slovenia nel trattato di Schengen nel 2007, Gorizia e Nova Goriza (la parte slovena della città) sono finalmente senza confini e hanno inaugurato una serie di progetti di mutuo interesse.
La città di Gorizia accoglie i visitatori con il castello che sorge sul punto più alto di un ripido colle. Il maniero accoglie i visitatori con un leone veneziano, che però non è quello che fu apposto dalla Repubblica Veneta durante la breve occupazione della città, bensì dal governo fascista, al termine di un radicale restauro.
Nell'interno, sono ancora visibili, in una corte che prende nome dalle guardie del castello, la Corte dei Lanzi, le fonde della torre. Di qui si può accedere al Palazzo degli Stati Provinciali e il Palazzetto Veneto. Sotto il loggiato che collega questi due edifici, sono visibili gli alloggiamenti della guarnigione come apparivano nel Medioevo: la cucina con tavoli e credenze, posate e sedie, un mobile apposito per l'impasto del pane e altri oggetti.
L'edificio ecclesiastico di Gorizia è il Duomo dedicato a Sant'Ilario di Aquileia e a San Taziano ed elevato al rango di cattedrale nel 1752. Il Duomo ha subito nel corso della sua vita diverse vicissitudini, amputazioni e restauri, ma è ancora possibile vedere testimonianze e ricordi delle epoche e degli stili che hanno caratterizzato la sua storia: affreschi quattrocenteschi, un cenotafio del 1497 dell'ultimo conte goriziano, statue ed opere d'arte varie sette-ottocentesche, il tutto inserito in una ricca cornice barocca.
Tra gli altri luoghi da visitare, ricordiamo la Chiesa di Sant'Ignazio, voluta dagli Asburgo e dal Vaticano per fermare il Protestantesimo, la Sinagoga del 1700 e la Chiesa di San Rocco eretta alla fine del XV secolo.
Per una sosta rilassante, Gorizia offre diversi parchi e giardini pubblici all'interno della città, oltre quelli che circondano le molte ville ottocentesche. Vi sono poi spazi verdi restati allo stato naturale, quali il Parco del Castello e la Valletta del Corno, che si estende tra il rione di Straccis ed il centro cittadino, lungo il corso del torrente Corno, ove sono presenti anche appezzamenti di terreno a destinazione agricola. Lungo il corso del fiume Isonzo si snodano alcuni parchi di notevole valore paesaggistico, fra cui quello di Piuma-Isonzo, costituito da una parte fluviale e una collinare boscosa, e quello della Campagnuzza, che presenta un ambiente di bosco golenale. Tra le superfici non protette, è particolarmente suggestivo il primo tratto del fiume Isonzo in territorio comunale, incassato in una gola dalle cui pareti sgorgano acque sorgive, con copertura vegetale estremamente varia.